
Grazie alla sinergia fra medici e algoritmi di intelligenza artificiale un’azienda canadese è riuscita a prevedere l’epidemia di coronavirus prima di tutti.
Dove il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) americano aveva dato notizie sul focolaio il 6 Gennaio, l’OMS il 9 Gennaio, la canadese BlueDot ha battuto tutti sul tempo informando i propri clienti del pericolo già il 31 Dicembre.
BlueDot è una piccola società di Toronto con 40 dipendenti, creata nel 2014 da un medico che nel 2003 lavorava come specialista di malattie infettive all’ospedale cittadino durante l’epidemia di SARS. Grazie all’analisi automatica delle notizie degli organi di informazione in molti Paesi (il software comprende 65 lingue), delle reti di monitoraggio riguardanti la salute di piante e animali, dei comunicati e dei bollettini ufficiali (quando ci sono), i sistemi di Natural Language Processing riescono a identificare indizi e segnali che possono far pensare al probabile inizio di un’epidemia.
Dopodiché il lavoro passa agli analisti umani, ovvero gli epidemiologi dell’azienda, che verificano che le conclusioni dell’algoritmo siano pertinenti e in caso affermativo redigono e inviano un rapporto ai clienti, che comprendono società, governi e istituzioni sanitarie.
Un’altra fonte di informazioni usata dagli algoritmi di BlueDot è rappresentata dai dati di booking delle compagnie aeree, che li aiuta a prevedere dove e con quale probabilità si diffonderà l’infezione. Nel caso del coronavirus l’intelligenza artificiale aveva correttamente previsto che il contagio da Wuhan si sarebbe esteso a Bangkok, Seul, Taipei e Tokyo.
Una curiosità, fra le fonti di informazione monitorate dall’azienda sono stati esclusi tutti i social network: troppo confusi.
Per saperne di più: An AI Epidemiologist Sent the First Warnings of the Wuhan Virus