Secondo un articolo dell’Huffington Post, l’FBI ha rintracciato Stephen Chase Randolph, un partecipante ai disordini di Washington D.C. di inizio anno, utilizzando immagini delle rivolte (comprese quelle condivise su Twitter) e confrontandole con “uno strumento di riconoscimento facciale open source”, che li ha portati al profilo Instagram della fidanzata di Randolph, contenente “numerose immagini” del sospettato.
Secondo un affidavit dell’FBI pubblicato dal giornale, Randolph sarebbe stato visto aggredire diversi agenti di polizia: “Nell’atto di spingere le barricate a terra, il soggetto e altri hanno fatto cadere un’agente USCP […] che ha urtato con la testa le scale alle sue spalle, con conseguente perdita di coscienza”, dice il rapporto. “Il soggetto ha poi continuato ad aggredire altri due agenti dell’USCP spingendo, strattonando, afferrando e in generale opponendo resistenza […]”.
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