Realtà aumentata per addestrare le auto a guida autonoma

Guida autonoma

Autostrada. Un tir in corsa perde uno dei suoi grandi pneumatici, che inizia a rotolare e rimbalzare in mezzo alle auto in transito.

A quanti automobilisti sarà capitato di assistere a una scena simile? Pochi, senza dubbio. Eppure questa è una delle situazioni dove le auto a guida autonoma devono capire cosa sta succedendo e trovare soluzioni per evitare incidenti.

Tuttavia addestrare i software delle auto a questo e ad altri casi limite è difficile nella pratica, dispendioso, in certi casi impossibile. Per questo motivo due ricercatori della University of Michigan hanno sviluppato un sistema di realtà aumentata appositamente per i sensori delle auto a guida autonoma.

Le auto si trovano materialmente sulla pista di prova (che può ad esempio riprodurre un incrocio cittadino) completamente vuota, ma grazie a questo sistema i ricercatori riescono a inserire nella scena elementi che in realtà non esistono. Come ad esempio un’auto che passa con il semaforo rosso: l’auto a guida autonoma, nonostante sia scattato il verde, dovrà essere in grado di risconoscere l’auto che sta passando con il rosso, proiettare la sua traiettoria ed evitare la collisione.

Farlo nella realtà significa mettere in conto la possibilità di incidenti, danneggiamento o distruzione dei veicoli di test e molte perdite di tempo. Nella finzione della realtà aumentata invece questa simulazione può essere ripetuta più e più volte, senza veri incidenti né danni materiali. Consentendo così di testare molti casi limite, offrendo ai software di guida autonoma esempi e situazioni che altrimenti incontrerebbero solo dopo centinaia di migliaia di chilometri e per le quali sarebbero impreparate.

Per approfondire la ricerca: Self-Driving Cars Learn About Road Hazards Through Augmented Reality

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.