Pubblicità con vestiti per disabili rifiutate dai sistemi automatici di Facebook e Instagram

Negli ultimi mesi diverse società che producono capi di abbigliamento per persone con disabilità si sono viste rifiutare ripetutamente gli annunci pubblicitari da Facebook e Instagram (come questo), presumibilmente perché le immagini negli annunci contenevano persone in sedia a rotelle o con qualche tipo di dispositivo per l’assistenza ai disabili.

Dopo che è stata contattata dalla stampa, Facebook si è subito scusata. “Vogliamo aiutare i marchi di moda adattivi a trovare e connettersi con i clienti su Facebook”, ha dichiarato un portavoce di Facebook al New York Times. “Molte delle inserzioni che ci sono state segnalate non avrebbero dovuto essere rifiutate dai nostri sistemi e ora sono state ripristinate. Ci scusiamo per questo errore e stiamo lavorando per migliorare i sistemi in modo che i marchi non incorrano in questi problemi in futuro”.

Si tratta anche in questo caso di un problema di bias. Nessuna delle aziende contattate dal giornale pensa che vi sia intenzionalità nel comportamento di Facebook e Instagram, ma l’industria pubblicitaria ha una lunga storia di non rappresentare correttamente la comunità disabile. Per anni i modelli disabili sono stati relegati in fondo alle sfilate di moda o alle riviste, e in molti casi i marchi hanno completamente ignorato la comunità.

Quindi, poiché i sistemi automatici perpetuano i nostri pregiudizi, se in foto c’è un modello in sedia a rotelle che indossa gli abiti pubblicizzati, l’intelligenza artificiale pensa che l’inserzione sia per la sedia a rotelle e non per i vestiti, ed essendo le pubblicità dei dispositivi medici vietati dalle regole del sito l’inserzione viene automaticamente rifiutata.

Per saperne di più: Why Is Facebook Rejecting These Fashion Ads?

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.