
In Finlandia una commissione parlamentare che si occupa di futuro, più precisamente il Committee for the Future, composta da 17 parlamentari, ha tenuto un’audizione ufficiale con un sistema di intelligenza artificiale.
Il sistema, noto come Project December e basato sulla tecnologia GPT-3 di OpenAI, ha dialogato con i parlamentari in quella che una nota della stessa commissione ha definito come il primo caso al mondo in cui una commissione parlamentare fa deporre un’AI.
Durante la riunione i deputati, prosegue il comunicato, hanno posto domande prima oralmente e poi via chat. Gli esperti della commissione hanno scritto le domande per l’AI su uno schermo condiviso. Le risposte sono state discusse e sono state poste ulteriori domande. I membri della commissione hanno posto all’AI quesiti legati in particolare all’Agenda 2030 dell’ONU, sulla quale la commissione sta preparando un rapporto. La discussione si è concentrata, tra l’altro, sulle cause della povertà, la disoccupazione, l’istruzione e il ruolo della tecnologia nello sradicamento della povertà e nello sviluppo sostenibile. GPT-3 avrebbe evidenziato le opportunità della Finlandia nei Talent Hub regionali.
La commissione è rimasta così soddisfatta da chiedere che l’esperimento venga ripetuto.
Quello che probabilmente i parlamentari non sanno (eppure la Finlandia ha ottimi ricercatori AI) è che hanno perso tempo con un chatbot che non fa altro che digerire e quindi rigurgitare in bella prosa testi trovati in rete. Non ha intelligenza, non comprende il nesso causale, non conosce il senso comune. Mette solo in fila parole e concetti in modo da offrire una risposta plausibile all’interlocutore umano.
“Parlare” con GPT-3 per cercare una risposta ai problemi della società è uno spreco di tempo e di soldi pubblici, ma i deputati evidentemente sono stati illusi così bene dal modello di linguaggio (del resto è questo il suo obiettivo) che adesso ne vogliono ancora.