Opere generate dall’AI: per il copyright USA è necessaria la creatività umana

"Robopainter", immaginato da L. Sambucci con l'aiuto di Midjourney

Mentre l’intelligenza artificiale continua a rivoluzionare il panorama creativo, lo US Copyright Office (USCO) ha pubblicato delle linee guida (qui in PDF) che chiariscono lo status di copyright delle opere generate dall’AI: tali opere saranno considerate protette dal diritto d’autore solo se un essere umano può dimostrare di aver aggiunto un significativo sforzo creativo nel risultato finale.

L’AI generativa, che crea immagini o testi a partire da input testuali, ha reso più facile per i creatori produrre contenuti, portando a un aumento delle richieste di protezione del copyright. Tuttavia, la legge statunitense stabilisce che la proprietà intellettuale può essere protetta da copyright solo se è il prodotto della creatività umana. Di conseguenza, l’USCO attualmente riconosce solo le opere realizzate da esseri umani, il che significa che le macchine e gli algoritmi generativi di intelligenza artificiale non possono essere considerati autori né i loro risultati possono essere protetti dal diritto d’autore.

La direttrice dell’USCO Shira Perlmutter ha lanciato un avvertimento ai creatori che utilizzano strumenti AI come DALL-E, Stable Diffusion, Midjourney, ChatGPT o il nuovo GPT-4, affermando che le opere create dall’uomo utilizzando solo una descrizione testuale o un prompt non sono protette dal diritto d’autore. Perlmutter ha sottolineato che se gli elementi tradizionali di paternità di un’opera sono prodotti da una macchina, l’opera non ha paternità umana e non può essere registrata.

Questa posizione rovescia sui creatori l’onere di dimostrare il loro contributo creativo quando utilizzano strumenti di AI nel loro lavoro. Ad esempio, un’opera d’arte digitale inizialmente generata dall’AI a partire da una richiesta e poi ulteriormente modificata manualmente dall’autore – anche se con un software di grafica come ad esempio Photoshop – ha maggiori probabilità di essere accettata per la protezione del copyright. Mentre un’immagine generata esclusivamente dall’AI non sarebbe di per sé soggetta a copyright, il prodotto finale realizzato dall’artista umano potrebbe essere considerato idoneo.

Le linee guida dell’USCO affermano essenzialmente che l’utilizzo di applicazioni AI per aiutare il processo creativo può dare ai creatori una ragionevole possibilità di richiedere il diritto d’autore, proprio come se avessero utilizzato software non AI. Tuttavia, se un’opera è stata creata puramente dalla macchina a partire da un prompt, i creatori umani dovranno applicare direttamente ulteriori modifiche creative al fine di qualificarsi per la protezione del copyright.

In un caso recente, l’USCO ha concesso un certificato di copyright per un graphic novel contenente immagini generate con Midjourney. La composizione generale e i testi sono stati protetti dal diritto d’autore in quanto realizzati da un essere umano, ma le singole immagini non sono state protette poiché generate unicamente dall’AI.

L’USCO ha sottolineato che ogni caso sarà valutato in base alle circostanze, compreso il funzionamento dello strumento AI e il modo in cui è stato utilizzato per creare l’opera finale. Chi richiederà la tutela del diritto d’autore dovrà indicare chiaramente in che modo il software di intelligenza artificiale è stato impiegato nel processo creativo e dovrà specificare quali parti dell’opera sono state realizzate dall’uomo. La mancata comunicazione di informazioni accurate o i tentativi di nascondere l’uso dell’AI nel processo di creazione potrebbero comportare la cancellazione del certificato di registrazione del copyright, lasciando l’opera non protetta.

Per approfondire: AI-generated art can be copyrighted, say US officials – with a catch