
Microsoft ha annunciato il nuovo “Copilot Copyright Commitment”, un programma volto a tranquillizzare i clienti riguardo ai potenziali rischi di violazione del copyright nell’uso dei servizi Copilot alimentati da AI. La mossa viene in risposta alle crescenti preoccupazioni sul modo in cui il lavoro degli autori viene utilizzato dai modelli e servizi AI, in particolare in relazione ai rischi di violazione della proprietà intellettuale.
Il timore di molti clienti è che, utilizzando l’output prodotto da questi potenti strumenti AI, possano incappare in rivendicazioni di violazione della proprietà intellettuale. Queste preoccupazioni sono diventate particolarmente acute dato il modo in cui il lavoro degli autori viene ora ingerito e utilizzato dai modelli e servizi AI.
Con il nuovo impegno del colosso di Redmond, se ai clienti commerciali che utilizzano i servizi Copilot dovessero essere contestate violazioni di copyright legate all’uso dell’AI generativa di Microsoft, l’azienda interverrebbe in loro difesa, assorbendo anche le eventuali responsabilità legali che potrebbero derivarne. Questo impegno non solo si basa sul già esistente supporto di indennizzo per la proprietà intellettuale offerto da Microsoft, ma lo amplia ulteriormente, coprendo specificamente le potenziali rivendicazioni di copyright.
La filosofia dietro questa mossa non è nuova per Microsoft. L’azienda ha una lunga tradizione di difesa dei propri clienti da rivendicazioni legate a brevetti relativi ai propri prodotti. Microsoft riconosce che, pur essendo la legge sul diritto d’autore già consolidata, l’emergere dell’AI generativa sta portando alla luce nuove sfide in termini di politiche pubbliche.
Il “Copilot Copyright Commitment” copre specificamente le versioni a pagamento dei servizi commerciali Copilot di Microsoft, come Microsoft 365 Copilot e GitHub Copilot. Gli utenti, per beneficiare di questo impegno, devono utilizzare i sistemi di sicurezza e i filtri di contenuto integrati nei servizi e astenersi dal tentare di generare materiali che potrebbero infrangere i diritti d’autore.