Microsoft investe 1 miliardo di dollari per costruire l’AGI su Azure

AGI = Artificial General Intelligence. Per molti è una chimera inarrivabile, per altri un futuro già segnato. Un software di intelligenza artificiale che non sia limitato a uno o pochi task (ad esempio giocare a scacchi, riconoscere le foto, guidare un’auto) ma che sappia fare tutte queste cose e altre, al livello degli esseri umani. La tipica “personalità artificiale” presente in molti libri e film di fantascienza.

C’è chi pensa che non ci si arriverà mai, chi pensa che ci si arriverà solo fra molti decenni, e chi evita di chiederselo perché tanto non è un problema di oggi e – anzi – parlarne rischia solo di sviare l’attenzione dalle questioni attuali.

Non so se Microsoft abbia realmente deciso di credere che l’AGI si farà, ma sicuramente è rimasta colpita dai progetti sfornati da OpenAI, un’organizzazione creata fra gli altri da Elon Musk, che vuole difendere la razza umana dai rischi intrinsechi di un’AGI non allineata con i nostri interessi. Talmente colpita che a Redmond hanno deciso deciso di investire un miliardo di dollari su OpenAI, per divenire il loro esclusivo Cloud provider e far sì che tutti i progetti dell’organizzazione siano sviluppati su Azure.

Qui il link al blog di OpenAI che annuncia la notizia, mentre per il comunicato stampa di Microsoft potete fare clic qui.
Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.