In Australia droni e AI tengono d’occhio i koala

Un team australiano ha sviluppato un sistema fatto di droni e computer vision per individuare i koala. Ovviamente chi mi segue da un po’ penserà che è il solito use case di come usare visione computerizzata e agenti robotici per individuare qualcosa. In parte avete ragione, ma questo articolo è interessante perché illustra le difficoltà che hanno avuto gli australiani nell’addestrare il modello.

Il sistema infatti usa le immagini termiche per identificare l’animale, e se Internet è piena di immagini termiche di gatti (non me lo sarei mai aspettato), le immagini termiche dei koala sono in numero estremamente limitato. Di conseguenza il sistema dava inizialmente una quantità enorme di falsi positivi. Identificava altri animali come koala, identificava persone come koala, identificava automobili accese come koala.

Col tempo però il team è riuscito a ottenere abbastanza immagini di koala per ridurre sensibilmente il numero di falsi positivi (usando anche l’espediente di fare una generalizzazione intermedia verso tutti gli animali), e oggi il sistema è in grado di battere gli umani nel riconoscere i koala dalle immagini termiche.

Per approfondire: Aussie AI: Researchers use AI-enabled drones to protect the iconic koala

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.