
Google ha reso disponibile al pubblico Bard, un nuovo chatbot che si propone come “collaboratore creativo” e parte integrante del servizio di ricerca dell’azienda. A differenza di Bing Chat di Microsoft, Bard non offre risultati di ricerca ma genera da sé tutte le informazioni. Sviluppato sulla base di una nuova versione di LaMDA, il modello linguistico di punta di Google, Bard – così come ChatGPT – sfrutta un ulteriore livello di reinforcement learning basato sul feedback umano.
Durante una dimostrazione negli uffici londinesi di Google, Bard è stato in grado di fornire agli utenti idee per la festa di compleanno di un bambino e di offrire consigli per la cura delle piante d’appartamento. Bard, che al momento di scrivere non è ancora accessibile dall’Italia, produce tre versioni di ogni risposta, dando agli utenti la possibilità di selezionare quella che preferiscono o di combinare le risposte tra loro.
L’obiettivo dell’azienda è posizionare Bard come un’appendice di Google Search piuttosto che un sostituto. Un pulsante “Google It” posto sotto il widget della chat di Bard invita gli utenti a visitare Google Search per verificare le risposte di Bard o per saperne di più. Gli utenti possono interagire con Bard solo poche volte in ogni sessione per evitare che il modello (che resta pur sempre un sistema di AI generativa) esca fuori dal seminato. Inoltre, il sistema non consente di chiedere materiale sessualmente esplicito, illegale o dannoso così come informazioni personali.
Ovviamente la mossa di Google è una chiara risposta all’integrazione di ChatGPT con Bing, che potrebbe consentire a Microsoft di insidiare il dominio di Google in un settore estremamente redditizio come la ricerca online. I dati di statcounter, tuttavia, non mostrano alcun effetto positivo a favore di Bing da quando è stato lanciato ChatGPT. Anzi, sembra che il market share di Google – che oggi viene vista come perdente nella corsa ai chatbot – si sia addirittura rafforzato.
Nonostante le attuali limitazioni, l’integrazione di queste tecnologie pur sempre sperimentali all’interno di prodotti usati quotidianamente da milioni di persone è avvenuta a una velocità senza precedenti, destando non poche preoccupazioni sulla sicurezza e sull’efficacia dei modelli linguistici di grandi dimensioni. La rapida adozione di tali tecnologie solleva interrogativi sulla loro affidabilità e sulle potenziali conseguenze indesiderate che possono avere, è quindi essenziale garantire che esse siano progettate e implementate in modo responsabile ed etico.
Per approfondire: Google just launched Bard, its answer to ChatGPT—and it wants you to make it better