
Gli Stati Uniti hanno aderito alla “Global Partnership on AI“, un panel internazionale per la definizione di linee guida etiche per l’uso dell’intelligenza artificiale, una mossa precedentemente respinta dall’amministrazione Trump.
Gli USA erano rimasti gli unici a resistere tra i Paesi del G7. Trump si era inizialmente opposto a questo approccio, sostenendo che un’eccessiva attenzione alla regolamentazione avrebbe ostacolato l’innovazione degli Stati Uniti (questo è in linea con la strategia americana, che vuole regole poco stringenti e molto permissive, come già commentavo in occasione della pubblicazione delle regole USA per l’AI).
A far cambiare idea agli USA sarebbe stata la necessità di tenere d’occhio la Cina, come fa capire neanche tanto velatamente il CTO della Casa Bianca Michael Kratsios in un’intervista a Bloomberg. Stati Uniti e Cina sono sempre più contrapposti sul piano globale e il settore dell’intelligenza artificiale non è affatto escluso da questi scontri. Aderendo al gruppo sull’AI dei G7 gli USA sperano di usarlo per promuovere politiche di contrasto all’espansione cinese nel settore.
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