
La regolamentazione dell’intelligenza artificiale nell’Unione Europea sta diventando un terreno di scontro con gli Stati Uniti, in un contesto dove la tecnologia e la politica si intrecciano con la competitività economica e l’innovazione. Secondo documenti non pubblici, i cui contenuti sono stati riportati da Bloomberg, Washington ha espresso preoccupazioni riguardo la proposta di legge europea sull’AI, l’AI Act, sostenendo che potrebbe favorire le aziende con risorse sufficienti per coprire i costi della conformità, penalizzando nel contempo le piccole imprese.
L’analisi statunitense, particolarmente focalizzata sulla versione dell’AI Act del Parlamento Europeo, critica alcune norme basate su termini “vaghi o non definiti” e pone l’accento su una divergenza di approcci tra UE e USA. Mentre il Parlamento Europeo si concentra sul modo in cui vengono sviluppati i modelli AI, gli Stati Uniti prediligerebbero un approccio che metta in primo piano i rischi dell’uso effettivo di tali modelli. L’analisi avverte che le regolamentazioni dell’UE rischiano di “smorzare l’atteso aumento della produttività e potenzialmente di portare a una migrazione di posti di lavoro e investimenti verso altri mercati”.
In un contesto dove l’AI sta diventando un motore fondamentale dell’innovazione e della produttività, le nuove regole potrebbero anche ostacolare “gli investimenti in R&S e commercializzazione dell’AI nell’UE, limitando la competitività delle aziende europee”, poiché la formazione di grandi modelli linguistici è intensiva in termini di risorse. Il Parlamento Europeo, attraverso l’AI Act, richiederebbe maggiore trasparenza riguardo al materiale sorgente (i dataset) utilizzato per addestrare i grandi modelli linguistici che costituiscono la base della maggior parte dei prodotti di AI generativa.
Il feedback del Dipartimento di Stato USA, che include una revisione dettagliata di alcune disposizioni della legge, è stato condiviso con i colleghi europei nelle ultime settimane, secondo persone a conoscenza della questione che hanno chiesto di non essere identificate. Alcune delle preoccupazioni statunitensi si ritrovano anche nei commenti di diversi Paesi membri UE in risposta alla versione del Parlamento Europeo.
Mentre l’UE sta andando avanti con l’AI Act, ancora si discute su come regolamentare i modelli fondazionali e l’AI a scopo generale. Le versioni precedenti dell’AI Act seguivano prevalentemente un approccio basato sul rischio, preferito dagli USA, che era anche l’approccio delineato in un framework pubblicato all’inizio di quest’anno dal National Institute of Standards and Technology del Dipartimento del Commercio. Ma dopo che OpenAI l’anno scorso ha introdotto ChatGPT, innescando il boom dell’AI generativa, il Parlamento Europeo ha aggiunto regole che prendono di mira esplicitamente quel tipo di sistemi.
La dinamica tra le due potenze, USA e UE, evidenzia la complessità e la sfida di regolamentare una tecnologia in rapida evoluzione e con implicazioni pervasive, mantenendo un equilibrio tra etica, innovazione e competitività economica, un tema che senza dubbio continuerà a popolare il dibattito internazionale nei prossimi mesi.