
Babelscape e Roberto Navigli sono la prova di come le nostre università siano spesso all’avanguardia nello sviluppo di sistemi e soluzioni ambite dal mercato. Dieci anni fa Navigli crea BabelNet, una rete semantica multilingue che – come spiega l’autore in un recente paper – integra diversi pezzi di informazione in modo da fornire un quadro il più completo possibile della conoscenza lessicale e semantica disponibile dalle risorse che utilizza.
Questo metodo, che fa parte dell’AI “simbolica”, è apprezzato ancora oggi, nonostante l’avanzata inesorabile dei grandi modelli linguistici pre-addestrati, come ELMo e BERT, che hanno successo grazie a efficienti metodi per correlare le parole. Ma la correlazione spesso non basta, poiché porta i sistemi a gestire testo senza capire quello che stanno facendo. Per questo motivo vi è bisogno di infondere conoscenza in tali sistemi, cosa che può avvenire con metodi definiti “neuro-simbolici” e con risorse come quelle sviluppate da Babelscape.
Oggi Navigli è professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale dell’Università di Roma “La Sapienza”, a capo del gruppo Sapienza NLP con oltre 15 dottorandi e vincitore di numerosi premi e progetti, tra cui due grant ERC per un totale di circa 3 milioni di euro.
Domanda: Di cosa vi occupate?
L’azienda, nata come spin off universitario di Sapienza, si occupa di NLP multilingue. La missione è abilitare la comprensione del linguaggio naturale e permettere a qualsiasi applicazione di “scalare” su un numero arbitrario di lingue senza dover riaddestrare i sistemi.
D: Quali tecnologie AI utilizzate? E in che modo?
L’azienda applica approcci neuro-simbolici: da una parte ha realizzato il più grande knowledge graph multilingue, con oltre 20 milioni di concetti ed entità in 500 lingue; dall’altra la comprensione del linguaggio avviene mediante tecniche neuro-simboliche, che si basano sul deep learning e sull’integrazione all’interno di modelli neurali della conoscenza esplicita espressa nel knowledge graph.
D: Ci racconta come è nata l’idea dell’azienda?
Il successo del primo grant ERC, che ha portato alla pubblicazione di BabelNet, il più grande dizionario enciclopedico multilingue (attualmente in uso da parte di oltre 1000 università ed enti di ricerca), ha portato diverse grandi aziende ed enti pubblici a contattarmi per sfruttare la tecnologia multilingue sviluppata presso Sapienza NLP. Il passo verso la creazione di uno spin off universitario è stato immediato.
D: Quali sono state le difficoltà iniziali? Come le avete superate?
Siamo cresciuti organicamente e senza finanziamenti esterni. Le difficoltà iniziali sono state quelle di creare un team di esperti di NLP che potessero realizzare i software all’avanguardia che ci venivano richiesti.
D: Quali consigli si sente di dare a un imprenditore o un’imprenditrice che vogliono far partire la loro startup in ambito AI?
Partire dalla ricerca di frontiera: come ricercatore non avevo idea che avrei fondato un’azienda, che è paradossale, visto che normalmente si crea una startup per realizzare un’idea innovativa, mentre nel mio caso, vice versa, avevamo realizzato in Sapienza un prototipo di ricerca innovativo e il suo successo mi ha “trascinato” verso la creazione di un’azienda.
La ricerca scientifica e industriale è un volano per l’innovazione, quindi utilizzare o fare ricerca per creare una startup aumenta le chance che non si tratti di un’idea poco innovativa o senza sostanza.
D: Molti giovani oggi sono interessati a una carriera nell’AI. Quale percorso di studi raccomanderebbe loro?
Studiate ingegneria informatica! Alla magistrale, una laurea in ingegneria informatica o in Intelligenza Artificiale sono l’ideale. Per chi si appassiona alla ricerca scientifica dopo la laurea, il dottorato è un percorso straordinario che permette ai giovani di accedere a posizioni di lavoro altrimenti inaccessibili.
Un altra risposta, per iniziare (anche a scuola), è: studiate Python e create piccoli programmi che vi diano soddisfazione! (io ho iniziato a programmare a 9 anni e per me è come parlare una lingua)
D: Dove immaginate l’azienda fra cinque anni?
Immagino alcuni nostri prodotti diffusi in tutto il mondo, utilizzati a livello consumer o integrati in importanti software di comprensione o traduzione del linguaggio, che saranno utilizzati tutti i giorni dagli utenti.
D: Ci sono tante possibilità da esplorare e spesso si è incerti su quale strada seguire. Vuole dare un consiglio generale ai giovani?
Sì: fatevi guidare dalla vostra passione. Anche se comunque dure, le lunghe giornate di studio e lavoro saranno piacevoli e di grande soddisfazione, invece che noiose e difficili.