
Onestamente, quando mi chiedono dove l’IA avrà i maggiori sviluppi, la religione non è una delle prime tre risposte. Neanche una delle prime venti.
Eppure vi sono ambiti religiosi dove l’automazione soddisfa alcune esigenze, ne è prova “SanTO” (Sanctified Theomorphic Operator), una statuina-robot creata dall’italiano Gabriele Trovato, che a seconda di ciò che gli si dice recita pertinenti passi dalla Bibbia.
Oppure “Mindar”, un robot che nel tempio di Kodaiji a Kyoto, in Giappone, si sposta in mezzo ai fedeli recitando sermoni, come raccontato da questo articolo.
Pur tenendo presente la necessità del rapporto umano in molte fasi dell’esperienza religiosa, l’automazione sta trovando il modo di insinuarsi anche in quelli che fino a poco tempo fa sembravano luoghi inviolabili dal sintetico.