E se il prete fosse una IA?

Onestamente, quando mi chiedono dove l’IA avrà i maggiori sviluppi, la religione non è una delle prime tre risposte. Neanche una delle prime venti.

Eppure vi sono ambiti religiosi dove l’automazione soddisfa alcune esigenze, ne è prova “SanTO” (Sanctified Theomorphic Operator), una statuina-robot creata dall’italiano Gabriele Trovato, che a seconda di ciò che gli si dice recita pertinenti passi dalla Bibbia.

Oppure “Mindar”, un robot che nel tempio di Kodaiji a Kyoto, in Giappone, si sposta in mezzo ai fedeli recitando sermoni, come raccontato da questo articolo.

Pur tenendo presente la necessità del rapporto umano in molte fasi dell’esperienza religiosa, l’automazione sta trovando il modo di insinuarsi anche in quelli che fino a poco tempo fa sembravano luoghi inviolabili dal sintetico.

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.