Dare priorità alle esigenze dei clienti: Kevin Giorgis di Wyblo

Kevin Giorgis di Wyblo

Wyblo è un altro esempio di come studenti brillanti, con voglia di sperimentare e di mettersi in gioco, possano creare un prodotto di sicuro impatto che parte dal problema e prova a offrire una soluzione innovativa.

Kevin Giorgis è un ragazzo di 24 anni, cuneese, attualmente studente del Master’s in Strategy and International Management all’Università di San Gallo in Svizzera. Per inciso, la stessa università che frequentai anche io nei primi anni Novanta (allora si chiamava HSG, Hochschule St. Gallen) e che lasciai per fondare in Italia uno dei primi ISP nel 1996. Altri tempi.

Kevin non è nuovo a esperienze internazionali, avendo studiato anche alla University of California Riverside, oltre che a Bologna, e sia in Italia sia all’estero ha provato di persona le inefficienze dell’attuale sistema che regola i questionari di gradimento dei corsi universitari, maturando così l’idea di sviluppare un sistema mirato a risolvere il problema.

Domanda: Di cosa vi occupate?

Abbiamo ideato una piattaforma che permettesse di ottenere velocemente e in modo strutturato il livello di soddisfazione dei partecipanti a un corso grazie a un sistema di feedback in tempo reale basato sulle scienze comportamentali. Il progetto, nato con il nome di Edu Enhancement nel 2019 e inizialmente testato da docenti provenienti da 19 prestigiosi enti universitari in Europa, come il Politecnico di Milano e la svizzera University of St. Gallen, oggi ha allargato le sue funzionalità permettendo di automatizzare l’intero processo nei corsi professionali, dalla registrazione al certificato finale fino alla valutazione, analizzando e gestendo in modo ottimale le risorse, rendendo il processo semplice e portando a risparmiare tempo e risorse. Sono queste le caratteristiche che hanno permesso a Wyblo di iniziare a collaborare con numerosi enti e aziende di formazione che organizzano o si trovano ad ospitare corsi di aggiornamento professionali. Tra gli istituti che stanno testando il modello Wyblo c’è anche la Fondazione CRC, di Cuneo, tra le più importanti fondazioni di origine bancaria

D: Quali tecnologie AI utilizzate? E in che modo?

Nel nostro caso si parla soprattutto di sentiment analysis, ossia, per dirlo in termini semplici, l’algoritmo che abbiamo implementato permette di rilevare i commenti e dividerli in positivi, negativi o neutri e di processarli di conseguenza. Inoltre gestiamo dati, e quindi ci occupiamo e ci occuperemo sempre più di automatizzare il processo delle raccomandazioni pedagogiche in caso di feedback negativi.

D: Ci racconta come è nata l’idea dell’azienda?

L’idea di Wyblo nasce dal mondo universitario nel quale il feedback viene quasi sempre raccolto solo alla fine del corso, portando a un generale disinteresse del discente e all’impossibilità per il formatore di migliorare il corso in modo puntuale. Chiedendo il feedback una sola volta, diventa difficile fornire una valutazione oggettiva e ponderata del corso così come confrontare i risultati. Tutto questo l’ho constatato nel mio percorso di studi che mi ha portato a Bologna con una tesi di laurea su come i fattori intrinseci ed estrinseci influenzano il rendimento degli individui. Da queste prime ricerche, dopo essermi spostato per studi alla University of California Riverside, ho elaborato il framework di Wyblo grazie ad una collaborazione con alcuni professori del dipartimento di Psicologia dell’università statunitense.

Visto l’interesse verso la psicologia come strumento di amplificazione delle performance, ho deciso di collegarmi con Beaconforce, una startup di San Francisco che misura la motivazione intrinseca dei dipendenti e fornisce feedback ai dipendenti, manager e all’organizzazione. Quell’esperienza mi ha permesso di portare il framework di Wyblo dalla teoria alla pratica, collegando i punti mancanti per l’effettiva realizzazione del prodotto. Proprio a Bologna avevo avuto un incontro importante, quello con il cofondatore di Wyblo, Cesare Gamberi, che ha contribuito con la sua esperienza nel mondo dell’analisi dei data a far nascere Wyblo.

D: Quali sono state le difficoltà iniziali? Come le avete superate?

Uno dei punti di apprendimento più forte è stato comprendere che gli utilizzatori non sono i clienti e questo, applicato nella vita reale, vuol dire che chi usa il tuo prodotto non sempre è la persona che paga. Proprio da questa comprensione abbiamo deciso di spostare il focus dal mondo universitario a quello professionale.

D: Quali consigli si sente di dare a un imprenditore o un’imprenditrice che vogliono far partire la loro startup in ambito AI?

Fare ricerca su quali tecnologie e soluzioni applicare è importante, tuttavia se i clienti non vogliono ciò che credi, molti sforzi non verranno riconosciuti. Quindi consiglio sempre di creare una soluzione insieme al cliente disposto a pagare per la soluzione che l’imprenditore/trice andrà a creare. Appositamente non ho scritto “vorrà creare” in quanto è fondamentale ascoltare le esigenze del mercato.

D: Molti giovani oggi sono interessati a una carriera nell’AI. Quale percorso di studi raccomanderebbe loro?

Mi è difficile in parte rispondere a questa domanda perché io sono attualmente uno studente e tutto il team di Wyblo è molto giovane, l’età media è 27 anni. Indubbiamente consiglierei di intraprendere un percorso di studi che permetta anche esperienze all’estero.

D: Dove immaginate l’azienda fra cinque anni?

Nel mondo dell’imprenditoria e’ difficile dire dove saremo tra 5 anni. Come abbiamo visto, nel giro di 8 mesi ci siamo spostati dalle università alle aziende di formazione. Tra 5 anni ci auspichiamo di avere una solida rete di partner e clienti soddisfatti del nostro prodotto. Questo permetterà di trovare nuovi finanziamenti e far crescere l’azienda, il team e il prodotto sempre più rapidamente.

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.