
È quanto ha dichiarato il ministro per gli Affari digitali durante l’audizione del 9 maggio davanti alla Commissione per gli Affari culturali del parlamento d’oltralpe. “Se [i negoziati] non dovessero andare a buon fine, non dobbiamo escludere la possibilità che, in base alla legge francese, si possa anticipare, perché a mio avviso si tratta di una questione importante“, ha detto Jean-Noël Barrot.
Ha inoltre ricordato il suo incontro di gennaio con Sam Altman, il fondatore della società OpenAI: “Gli ho detto che, da un lato, c’era una questione di giustizia, ma che c’era anche una questione di efficienza per questo tipo di sistema, perché se questi sistemi non remunerano i creatori di opere o contenuti originali, allora i creatori […] si rifiuteranno d’ora in poi di renderli disponibili“.
Alla domanda sulla disinformazione, il ministro ha sottolineato che il regolamento prevede già l’obbligo di menzionare che per produrre un’immagine è stata utilizzata un’intelligenza artificiale. “D’altra parte, data la proliferazione e la facilità di creazione di queste immagini false, potrebbe essere necessario riconsiderare il quadro con cui regoliamo e sanzioniamo la diffusione dei montaggi nel nostro diritto nazionale“, ha concluso.
Per approfondire: Portail vidéo de l’Assemblée nationale