
In questi giorni ho letto un report pubblicato qualche settimana fa dal gruppo di esperti della Commissione Europea sulla responsabilità e le nuove tecnologie, in particolare dal sottogruppo New Technologies Formation (NTF), sulla responsabilità legale dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie innovative.
La Commissione ha incaricato il gruppo di esperti di stabilire in che misura i framework di responsabilità nell’Unione Europea siano efficaci in relazione alle nuove tecnologie digitali, fra cui l’intelligenza artificiale, Internet of Things e le tecnologie a ledger distribuito come la blockchain.
L’NTF ha stabilito che i framework esistenti già forniscono una protezione di base per chi subisce danni causati dalle tecnologie digitali emergenti, o perlomeno offrono un punto di partenza. Alcune caratteristiche delle nuove tecnologie tuttavia possono rendere più complicato per le vittime ottenere risarcimenti, ad esempio quando una vittima deve dimostrare che il danno subìto sia da attribuire in qualche misura a uno strumento di intelligenza artificiale. In quei casi l’analisi degli algoritmi AI potrebbe essere così difficile da risultare fuori portata per molte vittime (e, aggiungo io, per i loro studi legali).
Il documento quindi offre alcune interessanti raccomandazioni di massima, come ad esempio quella di imporre in certe circostanze una responsabilità più severa (ad es. la responsabilità in anche assenza di difetti), o come quella di invertire l’onere della prova (oggi a carico della vittima) laddove questo sia sproporzionatamente elevato.
Il rapporto si può scaricare qui: Liability for Artificial Intelligence and other emerging digital technologies (pdf)