AutoML segnerà la fine dei data scientist?

Roboworkers

Una vecchia massima del giornalismo recita “quando il titolo di un articolo è una domanda, probabilmente la risposta è no“.

Diverse piattaforme, ma in particolare Google Cloud e Microsoft Azure, negli ultimi anni hanno lanciato dei servizi di “AutoML” o Automated Machine Learning. Con questi servizi è possibile automatizzare diverse attività per il machine learning oggi svolte dagli esseri umani, ovvero i data scientist che puliscono i dati, preparano i modelli e svolgono quei compiti necessari a far funzionare un’attività di machine learning.

Il risultato forse paradossale è che se oggi gli appartenenti a molte professioni si chiedono se il loro lavoro verrà un giorno rubato dall’intelligenza artificiale, la stessa domanda se la pongono anche quegli stessi professionisti che sono per certi versi co-responsabili della recente avanzata dell’AI. I tool di AutoML ruberanno il lavoro ai data scientist? Sarà possibile per un progetto di intelligenza artificiale auto-prepararsi e auto-eseguirsi in assenza o con pochissimi passaggi manuali?

Un articolo del magazine Towards data science fa il punto della situazione, mettendo a confronto i due maggiori servizi Automated Machine Learning: Google Cloud AutoML e Microsoft Azure AutoML. Entrambi realizzati per automatizzare molto del lavoro dei data scientist, entrambi messi alla prova contro un team di ricercatori in carne e ossa.

Per i dettagli potete leggere la cronaca delle varie attività nel relativo articolo, ma in sostanza la risposta alla domanda del titolo, come scivevo all’inizio, è un bel “no“. Anche con l’AutoML ancora non è possibile fare a meno delle persone, le uniche per ora in grado di comprendere le esigenze che portano a un progetto di machine learning, definendone le caratteristiche e i limiti, oltre che interpretandone i risultati. I servizi di AutoML al limite possono aiutare a velocizzare certe operazioni, il che è in linea con i trend attuali in molte professioni, dove l’intelligenza artificiale non sostituisce le persone ma le aiuta a svolgere più rapidamente alcune attività.

Quindi i posti di lavoro dei data scientist per ora sono salvi. Almeno così dicono loro.

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.