Amy Webb: servono leggi che obblighino a dichiarare cosa è generato dall’AI

Amy Webb, cc-by-sa-2.0 Knight Foundation
Amy Webb, cc-by-sa-2.0 Knight Foundation

All’evento South By South West (SXSW) 2022 la futurologa Amy Webb, CEO del Future Today Institute, ha dipinto un futuro in cui i sistemi di intelligenza artificiale saranno molto intrecciati con le nostre vite, sia online sia offline.

Anzitutto, fra cinque anni l’AI non avrà più bisogno dei nostri volti per riconoscerci. Potrà riconoscerci dal nostro battito cardiaco, dai nostri modelli di respirazione o dalla nostra andatura: silhouette, altezza, velocità e caratteristiche della camminata.

Per il futuro, Webb dipinge due scenari, uno buono e uno decisamente meno buono.

Lo scenario positivo implica che noi, come esseri umani, sapremo sempre quando qualcosa è stato generato grazie all’AI, conoscendo anche le modalità di come è stato generato. Piena trasparenza.

Lo scenario catastrofico, invece, ci vedrà sommersi da fake news, con una totale assenza di trasparenza e con l’impossibilità da parte nostra di riconoscere cosa è stato generato dall’AI e cosa dagli esseri umani. Tutti i nostri dati saranno in mano a terzi e ci sarà praticamente impossibile essere anonimi. Alcuni di noi per evitare l’identificazione automatica indosseranno dispositivi per impedire all’AI di sentire (e quindi riconoscere) il nostro battito cardiaco.

Quando le è stato chiesto quale scenario sarà più probabile, Webb ha dichiarato che vi sono 20% di possibilità che si verifichi lo scenario buono e 80% di possibilità che si verifichi quello catastrofico.

La conclusione del discorso di Amy Webb è stata che dobbiamo rendere obbligatoria la trasparenza nell’AI. Ovvero, chi genera contenuti attraverso l’intelligenza artificiale dovrà essere tenuto a indicarlo per legge.

Per approfondire: Tech Futurist at SXSW Predicts Gloomy Future

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, con consulenze sull'AI presso aziende private e per la Commissione Europea, dove collaboro con la European Defence Agency e il Joint Research Centre. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.