AI Act: Francia e Germania ostacolano il compromesso sui modelli di fondazione

Consiglio d'Europa (CdE) - Council of Europe (CoE)

In una svolta inaspettata durante la riunione del gruppo di lavoro tecnico del 9 novembre, Francia e Germania si sono opposte alle proposte della presidenza spagnola del Consiglio sui modelli AI di fondazione, mettendo a rischio la possibilità di raggiungere un accordo durante il prossimo trilogo previsto per il 6 dicembre.

Inizialmente, durante il quarto trilogo del 24 ottobre, c’era stato un accordo per affrontare sia i sistemi di uso generale, come ChatGPT, sia i modelli di fondazione sottostanti, come GPT. Tuttavia, le proposte dettagliate del Parlamento, che prevedevano criteri più severi per i modelli di fondazione ad alto impatto, non hanno trovato consenso.

Così il 10 novembre i rappresentanti del Parlamento europeo hanno lasciato la riunione tecnica delusi poiché la presidenza spagnola non aveva il mandato per trattare la questione dei modelli di fondazione. Questo abbandono rappresenta un significativo contrattempo nelle discussioni sul regolamento.

La posizione di Francia e Germania, che hanno bloccato la regolamentazione multi-livello dei modelli di fondazione, è stata motivata dalla volontà di proteggere i loro campioni AI nazionali, rispettivamente Mistral e Aleph Alpha, dalle potenziali restrizioni imposte dalla nuova normativa europea. Questi Paesi, insieme a un gruppo di altri Stati membri, hanno formato una minoranza di blocco. Altri Paesi hanno espresso riserve, ma si sono dimostrati aperti a compromessi.

Questa posizione non è nuova per la Francia: già a settembre il coordinatore della strategia nazionale per l’intelligenza artificiale, Guillaume Avrin, aveva esposto la preferenza per una legislazione incentrata sui sistemi piuttosto che sui modelli. Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese, ha sostenuto tale visione, affermando l’importanza di regolare l’uso piuttosto che i prototipi.

La presidenza spagnola, con l’appoggio della Commissione, è ora chiamata a elaborare una soluzione di compromesso “creativa” in vista delle prossime riunioni tecniche con il Parlamento, fissate per il 14 e il 16 novembre, e di una discussione con gli Stati membri prevista per il 17 novembre. L’obiettivo è trovare un terreno comune tra il Parlamento, che desidera regolamentare i modelli fondazionali, e il Consiglio, che preferisce concentrarsi sui sistemi. Esiste anche la proposta di un ufficio dedicato all’AI, chiesta dal Parlamento per supervisionare i modelli di fondazione, una soluzione che potrebbe soddisfare entrambe le parti.

Nonostante siano ancora in sospeso altre questioni cruciali del regolamento, come la sicurezza nazionale e le deroghe per le forze dell’ordine, la prospettiva di un accordo sembra sempre più incerta. Molti osservatori temono che questo tentativo di equilibrismo possa portare a una soluzione complessa e poco ambiziosa, in un contesto dove l’innovazione e la regolamentazione dell’AI sono di fondamentale importanza per il futuro dell’Europa e oltre.

Mi occupo da molti anni di intelligenza artificiale. Dopo la laurea in Management ho conseguito una specializzazione in Business Analytics a Wharton, una certificazione Artificial Intelligence Professional da IBM e una sul machine learning da Google Cloud. Ho trascorso la maggior parte della carriera – trent'anni - nel settore della cybersecurity, dove fra le altre cose sono stato consigliere del Ministro delle Comunicazioni e consulente di Telespazio (gruppo Leonardo). Oggi mi occupo prevalentemente di intelligenza artificiale, lavorando con un'azienda leader del settore e partecipando a iniziative della Commissione Europea. Questo blog è personale e le opinioni espresse appartengono ai singoli autori.