
Sono passati più di tre anni da quando avevamo dato la notizia della candidatura di Torino a capitale dell’intelligenza artificiale italiana. Da allora si sono susseguite conferme, smentite, interrogativi e silenzi, soprattutto da parte dei governi Conte e Draghi. Adesso il governo Meloni, attraverso il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha deciso di confermare Torino come epicentro italiano dell’intelligenza artificiale.
Una evoluzione che segna un passaggio cruciale per la strategia tecnologica dell’Italia nel contesto europeo e globale. La decisione di investire 20 milioni di euro annui nel nuovo Centro nazionale per l’intelligenza artificiale non solo ribadisce l’importanza crescente che l’AI sta assumendo nella roadmap dell’innovazione del paese, ma sottolinea anche una visione strategica di lungo termine.
Dal punto di vista economico e finanziario, un impegno di 20 milioni annui può tradursi in un potente catalizzatore per ricerche avanzate, sviluppo di soluzioni innovative e, naturalmente, creazione di nuove opportunità d’impresa.
E non è solo una questione nazionale. La prospettiva di ospitare a Torino nel 2027 il G7 dedicato all’intelligenza artificiale è un segnale chiaro da parte del governo sul riconoscimento dell’intelligenza artificiale come opportunità strategica per il Paese. Gli incontri del G7, noti per affrontare le tematiche globali più rilevanti, evidenziano come l’AI sia diventata una priorità anche a livello macroeconomico.
La governance del Centro vedrà una sinergia tra diversi ministeri, tra cui quelli dell’Università e dell’Economia e dello Sviluppo Economico. Questa connotazione multidisciplinare indica un intento di fusione tra ricerca accademica di punta e obiettivi di crescita economica. L’ipotetica collocazione presso il Competence Industry Manufacturing 4.0 potrebbe creare un hub dove la ricerca sull’AI incontra la quarta rivoluzione industriale, dando vita a soluzioni innovative per l’industria 4.0.
Le parole del governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e le reazioni positive dal mondo imprenditoriale torinese, compreso il plauso da parte di figure di spicco come Marco Gay e Giorgio Marsiaj, non fanno che sottolineare l’importanza di questa iniziativa. Il messaggio è chiaro: l’Italia non solo sta guardando al futuro dell’AI, ma intende essere protagonista, combinando visioni ambientali e digitali in un unico percorso di crescita sostenibile.
Infine, una considerazione: dopo mesi in cui diverse autorità hanno aspirato a diventare il punto di riferimento nella supervisione degli algoritmi come previsto dall’AI Act, il governo potrebbe avere pronta la soluzione, ispirandosi al modello spagnolo, con un centro specializzato e multi-disciplinare.
Per approfondire: Il Centro per l’intelligenza artificiale si farà a Torino